domenica 29 aprile 2012

Contro la Crisi, innoviamo il Mutuo Soccorso e la Solidarietà.




E’ inutile fingere: la crisi economica e sociale che ha colpito non solo la nostra città, ma tutto il nostro Paese, non finirà tanto presto. Ad aggravarne il peso sulle spalle dei cittadini, c’è anche la scure delle ristrettezze di bilancio, imposte dal “Patto di Stabilità”, e dai tagli ai trasferimenti locali che le varie Manovre finanziarie di Berlusconi prima e di Monti poi hanno scaricato su Comuni e Regioni. In questo contesto, non c’è da sorprendersi che le prime vittime di questi tagli al budget siano spesso i servizi ai cittadini, in special modo tutti quei servizi connessi allo Stato Sociale, al cosiddetto Welfare.
 
Lo chiedono tutti, Confindustria, BCE, UE, ma il risultato è che il fabbisogno della Pubblica Amministrazione continua a crescere, la Pressione Fiscale non è mai stata così alta  e i nostri servizi di assistenza non sono mai stati così carenti. Purtroppo, questi vincoli esterni non si potranno modificare facilmente: forse un po’ di respiro potrebbe venire da una vittoria dei Socialisti di Francois Hollande alle Presidenziali francesi, ma parliamo comunque di lungo periodo.

Per l’intanto, dobbiamo ingegnarci a rispondere in modi innovativi alla domanda crescente di aiuto che viene dai tanti settori in difficoltà della  nostra società, restando nel contempo nei limiti che ci vengono imposti dai risicati bilanci a disposizione del Comune. 

Agli albori del movimento operaio, quando lo Stato non era uno strumento, ma un nemico, spesso molto violento, dei lavoratori in lotta, nessuno pensava ( o meglio, sperava) che tutta la collettività si sarebbe presa carico dei problemi degli emarginati, degli sconfitti dal mercato, degli sfruttati. Fu così che sorsero in tutto il mondo occidentale Leghe dei lavoratori e Società di Mutuo Soccorso, associazioni di uomini e donne che mettevano in comune i propri sforzi, il proprio tempo e i propri risparmi per aiutarsi a vicenda in momenti di difficoltà, superando la mera filantropia. A queste, si affiancarono gli sforzi di amministratori locali illuminati, che crearono i primi servizi pubblici locali, le prime forme di “socialismo municipale” (dalle società idriche alla diffusione dell’illuminazione elettrica o a gas). 

Di fronte all’erosione dello Stato Sociale, sempre di più nel nostro Paese e nel mondo si diffondono forme diffuse di solidarietà, che partono direttamente dal basso e arrivano là dove i tradizionali meccanismi di assistenza non riescono più a portare aiuto concreto. Anche a Fabriano, credo, potrebbe aiutarci riscoprire legami comunitari più solidi, dati non dall’intermediazione di un ente pubblico, ma dal contatto diretto tra i cittadini e le cittadine. 

In queste iniziative, tuttavia, il Comune potrebbe giocare un ruolo fondamentale di promotore e coordinatore, lavorando per lanciare e reclamizzare progetti, e per armonizzarli tra loro in modo da rendere più efficiente e penetrante la loro azione.

Alcuni fronti di intervento potrebbero essere: 

1-      L’introduzione di last minute markets, meccanismi coordinati tra grande distribuzione (es: centri commerciali e supermercati), Comune e associazionismo di carattere sociale per evitare lo spreco di cibi e altri prodotti in scadenza. Si potrebbero creare degli “spacci sociali”, con accesso garantito a chi si trovi in situazione di oggettiva difficoltà economica, in cui i prodotti in eccesso che altrimenti giacerebbero invenduti e verrebbero buttati siano collocati sul mercato a prezzo scontato. Ulteriori rimanenze dovrebbero a loro volta essere il più possibile donate alle associazioni che si occupano di assistenza. 

2-      Ruolo promotore per il Comune, in collaborazione con gli esercenti del Centro Commerciale Naturale e con le attività di produzone tipica locali, nell’organizzazione di Gruppi di Acquisto Solidale, divisi per quartieri. I Gruppi di Acquisto Solidale sono forme di mutualità in cui cittadini si organizzano per comprare in comune e all’ingrosso, da esercenti che garantiscano qualità del prodotto, dignità del lavoro e un prezzo equo, prodotti di prima necessità, dal cibo ai servizi. 

3-      Un controllo capillare e trasparente sull’operato delle cooperative sociali e di servizi che operino nel nostro Comune su appalto dell’Amministrazione locale, per evitare sprechi e migliorare l’efficienza dei servizi dati in affidamento.

4-      Incentivare progetti come la “Banca del Tempo”, in cui i cittadini scambino le proprie competenze tra loro, direttamente. Banalmente, si tratterebbe di mettere in comunicazione il “saper fare” e i bisogni del più ampio numero possibile di cittadini: sulla base della reciprocità del tempo di lavoro, io cittadino bisognoso di un intervento idraulico offro un tempo equivalente di ripetizioni di Latino. Condivido la proposta di SEL-Fabriano Bene Comune in merito, ma credo che con un po’ di lavoro in più la si possa estendere anche oltre i confini dell’alta formazione.

5-      Incentivare progetti di formazione e riqualificazione per i nostri cassintegrati nei settori dell’assistenza alla persona, anche in vista della creazione di istituti come gli Asili-Nido Aziendali o i cosiddetti “Asili di Prossimità”, gli asili gestiti direttamente in casa.

Che ne pensate ? Come sempre, attendo le vostre opinioni, qui, su FB o per il Corso !

Nessun commento:

Posta un commento